E' tempo di lasciare il B&B per visitare la capitale. La nostra vacanza islandese è ormai agli sgoccioli e abbiamo la morte nel cuore... ma siamo comunque intenzionati a goderci fino all'ultimo secondo disponibile.
Anche oggi siamo fortunati perché arriviamo alla stazione e troviamo disponibile l'ultima cassetta di sicurezza dove depositare gli zaini. Immaginiamo cosa sarebbe stato portarceli sulle spalle tutto il giorno e ringraziamo veramente il cielo.
Siamo così liberi di visitare la città con i due zainetti leggeri e ce la giriamo in lungo e in largo. Prima tappa ovviamente la cattedrale ultramoderna che domina il profilo della capitale da qualsiasi angolazione la si guardi. I giudizi sono contrastanti: Ale la trova interessante, Barbara orribile. Facciamo poi un giro all'interno municipio, dove è possibile giocare a scacchi ed è presente una ricostruzione tridimensionale dell'isola che ci permette di rivedere dall'alto tutti i posti che abbiamo visitato nelle ultime due settimane.
Non può mancare l'anello attorno al lago Tjornin, popolato da ogni specie di uccelli acquatici. La via dello shopping si rivela invece essere una mezza delusione, con negozi di souvenir tutti uguali e anche piuttosto pacchiani. Fortuna che ci pensano il moderno teatro Harpa e il complesso sulla collina Perlan a risollevare la situazione. In particolare quest'ultimo dispone di un geyser artificiale che ogni dieci minuti spruzza il suo potente getto all'interno della struttura. Non sarà come quello che abbiamo visto il primo giorno, ma è comunque un bel modo per chiudere il cerchio. Alla fine Reykjavik ci lascia l'impressione di una città davvero a misura d'uomo, con poco traffico, pulita e immersa nel verde. Riusciamo a immaginarci a vivere qui, e se non fosse per il freddo che ci spaventa parecchio forse ci faremmo davvero un pensierino.
A pranzo ci concediamo il lusso di mangiare in uno dei ristoranti più rinomati e costosi della città, il Fiskmarkadurinn, dove proviamo il menu degli assaggi. Tutto buono, presentato ottimamente e con accostamenti insoliti e particolari. Purtroppo la sera non ci va così bene e il Fish & Chips sul porto si rivela la peggiore delusione di tutta la vacanza. Unto, scarso in quantità, e per giunta anche insapore. Peccato chiudere così una vacanza che anche dal punto di vista culinario ci ha riservato tante sorprese.
Alle nove di sera è giunto ormai il momento di andare. Ci avviamo verso la stazione degli autobus per recuperare i bagagli e prendiamo il FlyBus per l'aeroporto. Lì aspetteremo ben dieci ore in
aleripe
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16 Apr 2020
August 11, 2014
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Keflavik
E' tempo di lasciare il B&B per visitare la capitale. La nostra vacanza islandese è ormai agli sgoccioli e abbiamo la morte nel cuore... ma siamo comunque intenzionati a goderci fino all'ultimo secondo disponibile.
Anche oggi siamo fortunati perché arriviamo alla stazione e troviamo disponibile l'ultima cassetta di sicurezza dove depositare gli zaini. Immaginiamo cosa sarebbe stato portarceli sulle spalle tutto il giorno e ringraziamo veramente il cielo.
Siamo così liberi di visitare la città con i due zainetti leggeri e ce la giriamo in lungo e in largo. Prima tappa ovviamente la cattedrale ultramoderna che domina il profilo della capitale da qualsiasi angolazione la si guardi. I giudizi sono contrastanti: Ale la trova interessante, Barbara orribile. Facciamo poi un giro all'interno municipio, dove è possibile giocare a scacchi ed è presente una ricostruzione tridimensionale dell'isola che ci permette di rivedere dall'alto tutti i posti che abbiamo visitato nelle ultime due settimane.
Non può mancare l'anello attorno al lago Tjornin, popolato da ogni specie di uccelli acquatici. La via dello shopping si rivela invece essere una mezza delusione, con negozi di souvenir tutti uguali e anche piuttosto pacchiani. Fortuna che ci pensano il moderno teatro Harpa e il complesso sulla collina Perlan a risollevare la situazione. In particolare quest'ultimo dispone di un geyser artificiale che ogni dieci minuti spruzza il suo potente getto all'interno della struttura. Non sarà come quello che abbiamo visto il primo giorno, ma è comunque un bel modo per chiudere il cerchio. Alla fine Reykjavik ci lascia l'impressione di una città davvero a misura d'uomo, con poco traffico, pulita e immersa nel verde. Riusciamo a immaginarci a vivere qui, e se non fosse per il freddo che ci spaventa parecchio forse ci faremmo davvero un pensierino.
A pranzo ci concediamo il lusso di mangiare in uno dei ristoranti più rinomati e costosi della città, il Fiskmarkadurinn, dove proviamo il menu degli assaggi. Tutto buono, presentato ottimamente e con accostamenti insoliti e particolari. Purtroppo la sera non ci va così bene e il Fish & Chips sul porto si rivela la peggiore delusione di tutta la vacanza. Unto, scarso in quantità, e per giunta anche insapore. Peccato chiudere così una vacanza che anche dal punto di vista culinario ci ha riservato tante sorprese.
Alle nove di sera è giunto ormai il momento di andare. Ci avviamo verso la stazione degli autobus per recuperare i bagagli e prendiamo il FlyBus per l'aeroporto. Lì aspetteremo ben dieci ore in
un'atmosfera un po' nazista (con addetti alla sicurezza che prendono a calci i ragazzi per non farli dormire per terra) prima di imbarcarci sul volo che ci porterà a Londra e poi a casa. Questa volta senza intoppi.
Arrivederci Islanda, questo non è un addio...
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