L'ennesima gelida notte islandese è passata. Ci svegliamo di buon'ora e facciamo una rapida colazione nel camperino. Oggi c'è tanta strada da fare e non possiamo perdere tempo. Ci mettiamo subito in marcia, destinazione Dettifoss.
La deviazione dalla Ring Road è più lunga di quanto pensassimo, così arriviamo al parcheggio in tarda mattinata. La cascata, la più possente d'Europa, è davvero spettacolare. Passando su alcuni scivolosissimi sassi è anche possibile avvicinarsi al bordo da cui si può ammirare il salto in tutta la sua potenza. Barbara è coraggiosa e ci riesce. Ale invece, dopo aver assistito alle rovinose cadute di alcuni turisti, decide di risparmiarsi la figuraccia.
Proseguendo lungo il sentiero arriviamo alla vicina Selfoss, più piccola ma altrettanto scenografica. Mentre torniamo verso la macchina un solitario signore tedesco si fa fotografare in tutte le pose da Ale, ridendo soddisfatto. Arrivati al camperino approfittiamo della pizza avanzata ieri sera per pranzare velocemente. Riscaldata sembra ancora più buona!
Manca ormai poco al Myvatn, luogo in cui ci fermeremo per i prossimi giorni. La prima attrazione che incontriamo arrivando dalla strada è il campo di lava Leirhnjukur. Qui l'ambiente è severo e anche piuttosto pericoloso. Si può camminare solo sul sentiero tracciato perché il terreno scotta e può aprirsi improvvisamente. Pozze che ribollono e fumarole dal sapore di zolfo ci ricordano che non è uno scherzo. Decidiamo quindi che non è il caso di improvvisare e seguiamo ligi le indicazioni. Nonostante questa limitazione riusciamo comunque a visitarlo in lungo e in largo perdendoci in quel paesaggio alieno.
Quando già stiamo per andare via, per puro caso scorgiamo del movimento in un parcheggio proprio sopra. Vi lasciamo la macchina e scopriamo che si tratta del cratere Viti del vulcano Krafla. La cima è raggiungibile dopo una ripida e fangosa salita che permette di fare il giro completo e ammirare il lago all'interno. In questa zona il governo islandese ha realizzato qualche anno fa una delle centrali geotermiche che sono disseminate qua e là per il Paese. Energia pulitissima, che arriva direttamente dal cuore della Terra.
Il tempo non è dei migliori e per questo motivo intorno alle cinque decidiamo di interrompere le esplorazioni e concederci un po' di relax ai bagni di Myvatn, dove entriamo spacciandoci per l'ennesima volta per due studenti ottenendo un sostanzioso sconto! La piscina naturale è stupenda, bisogna solo abituarsi un po' alla presenza del fondale in pietra e di qualche roccia che si incontra qua e là, nascosta dall'acqua molto densa e di color turchese. La
aleripe
15 chapters
16 Apr 2020
August 05, 2014
|
Reykjahlid
L'ennesima gelida notte islandese è passata. Ci svegliamo di buon'ora e facciamo una rapida colazione nel camperino. Oggi c'è tanta strada da fare e non possiamo perdere tempo. Ci mettiamo subito in marcia, destinazione Dettifoss.
La deviazione dalla Ring Road è più lunga di quanto pensassimo, così arriviamo al parcheggio in tarda mattinata. La cascata, la più possente d'Europa, è davvero spettacolare. Passando su alcuni scivolosissimi sassi è anche possibile avvicinarsi al bordo da cui si può ammirare il salto in tutta la sua potenza. Barbara è coraggiosa e ci riesce. Ale invece, dopo aver assistito alle rovinose cadute di alcuni turisti, decide di risparmiarsi la figuraccia.
Proseguendo lungo il sentiero arriviamo alla vicina Selfoss, più piccola ma altrettanto scenografica. Mentre torniamo verso la macchina un solitario signore tedesco si fa fotografare in tutte le pose da Ale, ridendo soddisfatto. Arrivati al camperino approfittiamo della pizza avanzata ieri sera per pranzare velocemente. Riscaldata sembra ancora più buona!
Manca ormai poco al Myvatn, luogo in cui ci fermeremo per i prossimi giorni. La prima attrazione che incontriamo arrivando dalla strada è il campo di lava Leirhnjukur. Qui l'ambiente è severo e anche piuttosto pericoloso. Si può camminare solo sul sentiero tracciato perché il terreno scotta e può aprirsi improvvisamente. Pozze che ribollono e fumarole dal sapore di zolfo ci ricordano che non è uno scherzo. Decidiamo quindi che non è il caso di improvvisare e seguiamo ligi le indicazioni. Nonostante questa limitazione riusciamo comunque a visitarlo in lungo e in largo perdendoci in quel paesaggio alieno.
Quando già stiamo per andare via, per puro caso scorgiamo del movimento in un parcheggio proprio sopra. Vi lasciamo la macchina e scopriamo che si tratta del cratere Viti del vulcano Krafla. La cima è raggiungibile dopo una ripida e fangosa salita che permette di fare il giro completo e ammirare il lago all'interno. In questa zona il governo islandese ha realizzato qualche anno fa una delle centrali geotermiche che sono disseminate qua e là per il Paese. Energia pulitissima, che arriva direttamente dal cuore della Terra.
Il tempo non è dei migliori e per questo motivo intorno alle cinque decidiamo di interrompere le esplorazioni e concederci un po' di relax ai bagni di Myvatn, dove entriamo spacciandoci per l'ennesima volta per due studenti ottenendo un sostanzioso sconto! La piscina naturale è stupenda, bisogna solo abituarsi un po' alla presenza del fondale in pietra e di qualche roccia che si incontra qua e là, nascosta dall'acqua molto densa e di color turchese. La
temperatura è davvero ottimale, nonostante il gelo esterno. L'importante è non avvicinarsi a quelle specie di stufe che buttano fuori l'acqua bollente pompata dal sottosuolo!
Mentre ci stiamo rilassando, facciamo la conoscenza di una simpatica coppia. Sono quei due ragazzi che abbiamo già incontrato più volte con un furgoncino Kùkù simile al nostro. Finalmente riusciamo a salutarci e a chiacchierare un po'. Scopriamo così che si chiamano Marco e Juana e che vivono a Barcellona in Spagna, anche se lui è originario di Firenze. Restiamo lì per quasi due ore a scherzare e a scambiarci opinioni e consigli su questo viaggio indimenticabile che si sta purtroppo avvicinando verso la conclusione.
Quando non sentiamo più le mani e i piedi decidiamo di salutarci e iniziare i preparativi per la notte. Ormai si è fatto tardi e la caffetteria dentro il complesso delle piscine ha già chiuso.
Cerchiamo perciò un campeggio decente e concludiamo la giornata con una pessima zuppa liofilizzata al gulasch, probabilmente la peggiore di tutta la vacanza. Cadiamo in un sonno spontaneo e profondo senza avere neanche la forza di andare in bagno. Finalmente dormiamo serenamente.
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