La sveglia è puntata alle 7.00. Barbara non si sente molto bene, e anch'io da qualche giorno accuso mal di gola e un po' di spossatezza. Le condizioni climatiche e questa vita così randagia ce la stanno facendo pagare. Spesso la sera ci troviamo a desiderare casa e le sue comodità, ma poi quando assistiamo alle meraviglie che l'Islanda ha da offrire capiamo che i nostri sacrifici sono ben ripagati.
L'idea del giorno è di sfruttare i primi tour del mattino, ma il tempo è pessimo e non ci invoglia assolutamente ad andare per mare. Così decidiamo di invertire le tappe e recarci prima ad Asbyrgi, un canyon immerso in un bellissimo parco. L'idea è vincente perché qui
aleripe
15 chapters
16 Apr 2020
August 07, 2015
|
Akureyri
La sveglia è puntata alle 7.00. Barbara non si sente molto bene, e anch'io da qualche giorno accuso mal di gola e un po' di spossatezza. Le condizioni climatiche e questa vita così randagia ce la stanno facendo pagare. Spesso la sera ci troviamo a desiderare casa e le sue comodità, ma poi quando assistiamo alle meraviglie che l'Islanda ha da offrire capiamo che i nostri sacrifici sono ben ripagati.
L'idea del giorno è di sfruttare i primi tour del mattino, ma il tempo è pessimo e non ci invoglia assolutamente ad andare per mare. Così decidiamo di invertire le tappe e recarci prima ad Asbyrgi, un canyon immerso in un bellissimo parco. L'idea è vincente perché qui
il tempo è più accettabile, e riusciamo a passeggiare per oltre un'ora in questi boschi piacevoli ammirando le pareti scavate come burro dall'impetuosa forza dell'acqua. Si dice che l'intero canyon si sia formato in soli tre giorni dopo la disastrosa alluvione seguita all'eruzione del Vatnajokull. Viste le dimensioni ci sembra decisamente a una leggenda, ma il dubbio rimane.
Terminato il giro torniamo a Husavik, dove acquistiamo i nostri due biglietti per il tour delle 11.30 con la compagnia North Sailing. Non abbiamo mangiato niente e siamo confidenti che con lo stomaco vuoto non avremo problemi sulla barca. Invece tre ore di mare mosso ci devastano profondamente, con una nausea che Ale non ha mai provato prima in vita sua. Nonostante questo riusciamo a vedere qualcosa, solo di sfuggita. Una piccola balenottera minore, che Barbara crede essere solo un delfino. Per il resto solo meduse giganti e qualche gabbiano, niente per cui valga la pena di spendere 60€ a testa! Al ritorno vengono servite come omaggio delle ciambelle e una cioccolata calda. Non capiamo come sia possibile mangiare in quelle condizioni, e infatti assistiamo a scene comiche di persone che si rovesciano le bevande addosso. Anche i dolcetti non devono essere un granché, dato che una buona parte di essi finiscono gettati in mare come cibo per i pesci. Insomma, una gita da dimenticare.
Stanchi e delusi ci consoliamo con del Fish & Chips da asporto preso proprio in un chiosco nel porto. L'aspetto non è invitante: uno scantinato deserto, non troppo pulito e gestito da due ragazzi giovani dall'aria furbesca. Ma il cibo... il cibo! Si tratta probabilmente del Fish & Chips più buono e abbondante che abbiamo mai mangiato, forse addirittura meglio di quelli irlandesi.
Confortati dalle calorie ingurgitate iniziamo il viaggio verso Akureyri, la capitale del nord, che segna in pratica il ritorno verso casa. Sulla strada facciamo una breve deviazione per visitare la stupenda Godafoss, una delle cascate più suggestive di tutta l'isola. Si dice che all'arrivo del Cristianesimo vi siano stati buttati dentro gli antichi idoli pagani, e da questo avvenimento abbia preso il nome. Mentre siamo assorti in tale celestiale visione, sentiamo improvvisamente un rombo come di un tuono e ci troviamo circondati da una mandria di cavalli al galoppo, spinti da quattro allevatori verso un recinto vicino. Non possiamo fare altro che stare immobili per non essere calpestati e godere di uno spettacolo tanto vero quanto inaspettato. Grazie Islanda per questo tuo ennesimo regalo!
Arrivati ad Akureyri decidiamo per questa sera di tradire il minivan a favore di un letto vero. Cerchiamo in rete e troviamo a un buon prezzo una stanza nell'appartamento di Greta e sua figlia Karitas (nonché del cagnolino dall'aspetto di una pecorella). Purtroppo per una piccola incomprensione iniziale non vediamo arrivare a casa la signora e aspettiamo al gelo in macchina. Barbara si innervosisce parecchio e anche ad Ale la situazione non piace per niente. Strane
figure si aggirano nel quartiere, e ci rendiamo conto ancora una volta di come siano le grandi città a trasmetterci una sensazione di insicurezza, giustificata o meno. Alla fine decidiamo di suonare e scopriamo così di aver atteso per oltre un'ora inutilmente... argh!
Nonostante questo intoppo la sistemazione si rivela azzeccata: Greta e Karitas sono gentili e anche piuttosto loquaci per gli standard islandesi cui siamo stati abituati finora. Riusciamo in breve tempo a farci una bella doccia, il bucato e mangiare una zuppa calda. Inoltre il letto dopo dieci giorni di furgoncino sembra davvero comodo. Meglio di così......
Create your own travel blog in one step
Share with friends and family to follow your journey
Easy set up, no technical knowledge needed and unlimited storage!