Ci svegliamo con l'impressione di non aver mai dormito, ma l'emozione è tanta. Dalla finestra della nostra stanza si vede l'oceano, che in questa giornata tersa sembra un tutt'uno con il cielo. Ci attende la nostra prima colazione islandese. Siamo così impazienti che ci presentiamo addirittura in anticipo, con grande gioia della signora che è ancora nel pieno dei preparativi. Il buffet prevede di tutto, ma l'unico assaggio degno di nota è quello dello Skyr, uno yogurt denso e formaggioso che da queste parti è apprezzatissimo. E anche a noi non dispiace per niente. Le colazioni irlandesi rimangono però ancora irraggiungibili. Ci congediamo non prima che Ale possa fare uno dei suoi soliti disastri, lasciando inavvertitamente cadere un coltello sporco di marmellata sotto il divano e facendo finta di niente. Un dubbio: perché c'è un divano in cucina, proprio davanti alla porta d'ingresso della casa? Mistero...
Alle nove abbiamo appuntamento per ritirare il nostro Renault Kangoo, che ci farà da vera e propria casa mobile per i prossimi tredici giorni. La passeggiata è lunga, e gli zaini si fanno sentire. Arriviamo da Kùkù Campers giusto in tempo per litigarci i mezzi "migliori" con gli altri vacanzieri in partenza. I camper sono tutti aerografati con i volti di personaggi famosi per distinguerli l'uno dall'altro. Puntiamo Billy Idol, ma è 4x4 e si vocifera che beva più della star inglese. Non ci resta che accettare la più formosa Dolly Parton, un'anziana cantante country americana che non avevamo mai sentito nominare. E' un mezzo di dieci anni e oltre duecentomila chilometri. Anche questo azzeccatissimo, non c'è che dire.
I cuscini che avevamo prenotato non sono disponibili, quindi cosa c'è di meglio che una visita all'Ikea locale - l'unica di tutto il Paese - per iniziare bene la vacanza? Con il rimborso ci facciamo stare dentro anche un plaid, dei contenitori e altri oggetti di utilità varia. Prossima fermata il supermercato Bonus, con il suo maialino rosa che sembra strafatto di qualche strana droga. Tutto ci sembra così caro per i nostri standard, ma riusciamo comunque a mettere insieme una bella scorta di cibo.
L'ultima tappa prima di lasciare la città è la stazione di servizio N1, dove compriamo la piccola bombola di gas per il fornelletto. Purtroppo la nostra imperizia di campeggiatori da strapazzo ci punisce facendoci acquistare quella sbagliata, a pressione invece che con il sistema a vite. Vorrà dire che per un po' mangeremo solo scatolette.
Finalmente siamo sulla strada, direzione Thingvellir. Rimaniamo colpiti da una distesa di ometti di pietra che sembrano sentinelle dello scintillante lago sottostante. Il silenzio e la pace sono quasi
aleripe
15 chapters
16 Apr 2020
July 29, 2014
|
Reykholt
Ci svegliamo con l'impressione di non aver mai dormito, ma l'emozione è tanta. Dalla finestra della nostra stanza si vede l'oceano, che in questa giornata tersa sembra un tutt'uno con il cielo. Ci attende la nostra prima colazione islandese. Siamo così impazienti che ci presentiamo addirittura in anticipo, con grande gioia della signora che è ancora nel pieno dei preparativi. Il buffet prevede di tutto, ma l'unico assaggio degno di nota è quello dello Skyr, uno yogurt denso e formaggioso che da queste parti è apprezzatissimo. E anche a noi non dispiace per niente. Le colazioni irlandesi rimangono però ancora irraggiungibili. Ci congediamo non prima che Ale possa fare uno dei suoi soliti disastri, lasciando inavvertitamente cadere un coltello sporco di marmellata sotto il divano e facendo finta di niente. Un dubbio: perché c'è un divano in cucina, proprio davanti alla porta d'ingresso della casa? Mistero...
Alle nove abbiamo appuntamento per ritirare il nostro Renault Kangoo, che ci farà da vera e propria casa mobile per i prossimi tredici giorni. La passeggiata è lunga, e gli zaini si fanno sentire. Arriviamo da Kùkù Campers giusto in tempo per litigarci i mezzi "migliori" con gli altri vacanzieri in partenza. I camper sono tutti aerografati con i volti di personaggi famosi per distinguerli l'uno dall'altro. Puntiamo Billy Idol, ma è 4x4 e si vocifera che beva più della star inglese. Non ci resta che accettare la più formosa Dolly Parton, un'anziana cantante country americana che non avevamo mai sentito nominare. E' un mezzo di dieci anni e oltre duecentomila chilometri. Anche questo azzeccatissimo, non c'è che dire.
I cuscini che avevamo prenotato non sono disponibili, quindi cosa c'è di meglio che una visita all'Ikea locale - l'unica di tutto il Paese - per iniziare bene la vacanza? Con il rimborso ci facciamo stare dentro anche un plaid, dei contenitori e altri oggetti di utilità varia. Prossima fermata il supermercato Bonus, con il suo maialino rosa che sembra strafatto di qualche strana droga. Tutto ci sembra così caro per i nostri standard, ma riusciamo comunque a mettere insieme una bella scorta di cibo.
L'ultima tappa prima di lasciare la città è la stazione di servizio N1, dove compriamo la piccola bombola di gas per il fornelletto. Purtroppo la nostra imperizia di campeggiatori da strapazzo ci punisce facendoci acquistare quella sbagliata, a pressione invece che con il sistema a vite. Vorrà dire che per un po' mangeremo solo scatolette.
Finalmente siamo sulla strada, direzione Thingvellir. Rimaniamo colpiti da una distesa di ometti di pietra che sembrano sentinelle dello scintillante lago sottostante. Il silenzio e la pace sono quasi
irreali. L'Islanda ci sta già conquistando.
Arriviamo a destinazione accompagnati da una costante che non ci abbandonerà quasi mai per tutto il viaggio: il vento. Così forte e prepotente da strappare le portiere della macchina. La compagnia di noleggio ci ha subito avvisato: ogni eventuale danno causato dalle raffiche sarà completamente a nostro carico. Ci imbacucchiamo per bene e passeggiamo sulla faglia di Almannagja che divide il continente americano da quello eurasiatico. Tra l'altro le due placche si stanno allontanando al ritmo di qualche millimetro l'anno. Molto suggestivi anche il lago e la residenza estiva del primo ministro con bella chiesa annessa... ma la vera star qui è la Natura.
A poca distanza si trova una delle attrazioni più rappresentative di tutta l'Islanda: Geysir. In realtà il geyser chiamato propriamente con questo nome non è molto attivo. Fortuna che il suo vicino Stokkur, seppure più piccolo, è puntuale come un orologio svizzero. Ogni tre minuti ribolle come un pentolone sul fuoco, si gonfia in una bolla azzurra e sbuffa la sua colonna di acqua calda e vapore in faccia agli sprovveduti che non hanno avuto l'accortezza di mettersi al riparo. Ce lo gustiamo da tutte le angolazioni e non c'è niente da fare, anche dopo la ventesima volta che lo vedi è sempre uno spettacolo.
Per completare il Golden Circle non ci resta che visitare la potente cascata Gullfoss con il suo doppio salto e gli spruzzi altissimi che si notano già a grandissima distanza. Qui la forza degli elementi è ai massimi livelli, e così anche la presenza turistica. Ne approfittiamo dirigendoci verso la caffetteria del centro informazioni, dove si vocifera (Lonely Planet) che venga servita la zuppa d'agnello più buona di tutta l'isola. Bé, non abbiamo termini di paragone ancora, ma buona è sicuramente buona! Così tanto da convincere Bar, che inizialmente aveva scelto una più classica zuppa ai funghi, a provarla nonostante la sua avversione per la carne d'agnello. Scopriamo così in un colpo solo tre delle caratteristiche che rendono meravigliose le caffetterie islandesi: il refill a volontà della zuppa, l'acqua del rubinetto gratuita e il pane caldo con burro sempre compreso nel prezzo!
La giornata è volata e non ci resta che trovare un posto per la notte. Torniamo al centro informazioni di Geysir, dove avevamo notato poco prima un ampio parcheggio. Prepariamo il camperino, e non è cosa facile. Bisogna reclinare i sedili, montare il materasso, spostare tutti i bagagli davanti, preparare sacchi a pelo e cuscini, oscurare la camera e voilà, les jeux sont fait. Peccato che verso le 23:00, neanche un'ora dopo in pratica, un signore in motorino ci svegli bussando sul vetro e invitandoci ad andarcene nel campeggio dall'altra parte della strada. Probabilmente il suo di campeggio!
Non vogliamo lasciargli neanche una corona e quindi ci spostiamo smontando di nuovo tutto. Ci vogliono numerosi tentativi e altrettanti insuccessi prima di riuscire a trovare un piccolo
campeggio a Reykholt. Arriviamo spavaldi, ruote sull'erba bagnata e la macchina si impantana nel prato. Ale accelera, accelera, ma così non fa altro che scavare solchi sempre più profondi nel fango. Una famiglia islandese dapprima ci deride. Poi il padre, impietosito, si offre di fare la manovra al posto nostro.
Restiamo lì a dormire, questa volta sulla ghiaia all'ingresso. La reception è chiusa e nessuno passa a chiederci di saldare il conto.
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