Islanda 2014

Il tempo è troppo brutto per visitare Akureyri. Tra l'altro, diciamoci la verità... non sembra neanche nulla di speciale, come quasi tutte le altre città che abbiamo incontrato. La star del luogo sembra essere l'ennesima chiesa ultramoderna di cemento dall'aspetto un po' pacchiano, perciò passiamo oltre.
Viste le condizioni, decidiamo di iniziare subito il lungo trasferimento che ci porterà verso la capitale. Invece che seguire la canonica Ring Road prendiamo però la strada che costeggia tutta la scenografica Trollaskagi Peninsula. Peccato che a causa delle nuvole basse e della pioggia battente non si riesca praticamente a vedere nulla del panorama circostante. Per la prima volta da

aleripe

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16 Apr 2020

Venerdì 8 Agosto

August 08, 2014

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Bogarnes

Il tempo è troppo brutto per visitare Akureyri. Tra l'altro, diciamoci la verità... non sembra neanche nulla di speciale, come quasi tutte le altre città che abbiamo incontrato. La star del luogo sembra essere l'ennesima chiesa ultramoderna di cemento dall'aspetto un po' pacchiano, perciò passiamo oltre.
Viste le condizioni, decidiamo di iniziare subito il lungo trasferimento che ci porterà verso la capitale. Invece che seguire la canonica Ring Road prendiamo però la strada che costeggia tutta la scenografica Trollaskagi Peninsula. Peccato che a causa delle nuvole basse e della pioggia battente non si riesca praticamente a vedere nulla del panorama circostante. Per la prima volta da

quando siamo arrivati il meteo sta condizionando pesantemente la nostra giornata, ma siamo contenti che sia successo quasi alla fine della vacanza.
Sembra un momento ideale per rinchiudersi al coperto, e il museo dell'aringa di Siglufjordur capita proprio a fagiuolo. Tra l'altro alla fine risulterà una delle più belle rappresentazioni che abbiamo mai visto, con ricostruzioni credibili e tante tante informazioni su quest'attività un tempo così importante per gli islandesi e ora quasi del tutto abbandonata. Peccato per le poche spiegazioni in inglese, ma riusciamo comunque a cogliere il senso generale.
Concludiamo la pausa con hamburger e patatine consumati al Solvik di Hofsos, ennesimo locale gestito da giovani ragazze. Non possiamo fare a meno di chiederci che fine faccia la gente del posto dopo i quarant'anni. Vanno tutti in pensione? Vengono criogenizzati e conservati in qualche teca per il futuro? Emigrano all'estero in cerca di climi più caldi? Ennesimo mistero cui dovremo dare una

spiegazione una volta tornati a casa.
Riprendiamo la marcia e completiamo il giro della penisola. Quando ormai la strada locale si sta per ricongiungere alla Ring Road, una deviazione segnala le fattorie di torba Glaumbaer che Ale voleva tanto visitare. Barbara non se la sente di scendere, il vento è una cosa mai vista prima. La visita comunque dura poco, e il museo non si segnala neanche per una particolare autenticità.
Questa volta basta soste: proseguiamo il lungo viaggio in un'unica tirata, sotto una pioggia incessante, attraverso passi di montagna in cui non si vede a un palmo dal naso a causa della fittissima nebbia. Davvero un'esperienza poco piacevole, ma ormai abbiamo deciso di portarci a Ovest e fermarsi lungo queste strade non avrebbe comunque un gran senso.
Arriviamo a Bogarnes in tarda serata, giusto in tempo per una zuppa calda alla stazione N1, tra l'altro credo la più bella che abbiamo incontrato in tutto il Paese. Questa sera niente campeggio. Giriamo la città alla ricerca di un posto tranquillo e lo troviamo in un parcheggio, di fianco a un camper in riva al mare. Purtroppo la posizione non è per nulla riparata e fatichiamo a prendere sonno a causa degli scossoni del vento che sembrano voler ribaltare il nostro furgoncino. Siamo stanchi, la nostalgia di casa inizia a farsi sentire, ma allo stesso tempo non vorremmo mai che questo viaggio fantastico finisse.

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