Islanda 2014

Questa volta il risveglio, sotto una pioggerellina insistente, è un po' traumatico. Per scaldarci le ossa ci regaliamo un bel tè caldo nell'affollata stazione N1. Ieri a causa del maltempo e della stanchezza abbiamo perso numerose attrazioni lungo la strada, e oggi dobbiamo assolutamente recuperare.
Torniamo indietro per la prima tappa, il promontorio di Dyrholaey. Dalla penisola la vista è maestosa, tra archi naturali, faraglioni e spiagge nere su cui si aprono grotte foderate di basalto. Inoltre facciamo il nostro primo incontro con i piccoli e simpaticissimi pulcinella di mare. Non ne sono rimasti molti, perché il grosso è già migrato verso altri lidi, ma sono abbastanza da incantare grandi e piccini con il loro buffo modo di volare.
Mentre siamo presi a fotografare qualsiasi cosa, facciamo la conoscenza di una signora di Modena. E' in Islanda in camper col marito da quasi un mese... che esperienza spettacolare! E' piacevole conversare un po' in italiano e la signora, nonostante sia un po' chiacchierona, ci fornisce anche delle utili informazioni per proseguire il nostro viaggio.
Su sua indicazione ci rechiamo alla vicina spiaggia di Reynisfjara, dove possiamo entrare nella spettacolare grotta di basalto e godere della vista dell'oceano inquieto. Restiamo lì qualche minuto, in silenzio, solo ad ascoltare il rumore del mare.
Purtroppo la giornata è piena e possiamo fermarci proprio poco. Prossima tappa la zona di Klaustur (nome completo Kirkjubaerjarklaustur, decisamente impronunciabile). Qui ingurgitiamo due ottimi hot dog con bacon straunto. Mentre sfrigola sulla piastra, lo affogano addirittura nell'olio di semi. Siamo certi che i nostri colon ce la faranno presto pagare.
Vicino alla stazione di servizio visitiamo il Kirkjugolf (tradotto: pavimento della chiesa) e le cascate sorelle. Non si tratta certamente di un posto imperdibile, ma in questo viaggio abbiamo deciso di non farci scappare nulla. Servirà un po' come una specie di sommario per quando torneremo con più tempo da dedicare a questo meraviglioso Paese.
A questo punto ci si propone un bivio: proseguire avanti o tornare leggermente indietro alla ricerca di un canyon di cui la guida parla veramente molto bene? Ovviamente vince la seconda scelta! Ci spingiamo fin dove possiamo con l'auto e percorriamo l'ultima ora su brutte strade sterrate a piedi. All'arrivo incontriamo ancora i nostri amici di Modena con cui ci intratteniamo ancora un po'. Ci raccontano che dei ragazzi di ignota nazionalità sono arrivati spavaldi sul loro 4x4, ma che a causa di un veicolo proveniente

aleripe

15 chapters

16 Apr 2020

Sabato 2 Agosto

August 02, 2014

|

Skaftafell National Park

Questa volta il risveglio, sotto una pioggerellina insistente, è un po' traumatico. Per scaldarci le ossa ci regaliamo un bel tè caldo nell'affollata stazione N1. Ieri a causa del maltempo e della stanchezza abbiamo perso numerose attrazioni lungo la strada, e oggi dobbiamo assolutamente recuperare.
Torniamo indietro per la prima tappa, il promontorio di Dyrholaey. Dalla penisola la vista è maestosa, tra archi naturali, faraglioni e spiagge nere su cui si aprono grotte foderate di basalto. Inoltre facciamo il nostro primo incontro con i piccoli e simpaticissimi pulcinella di mare. Non ne sono rimasti molti, perché il grosso è già migrato verso altri lidi, ma sono abbastanza da incantare grandi e piccini con il loro buffo modo di volare.
Mentre siamo presi a fotografare qualsiasi cosa, facciamo la conoscenza di una signora di Modena. E' in Islanda in camper col marito da quasi un mese... che esperienza spettacolare! E' piacevole conversare un po' in italiano e la signora, nonostante sia un po' chiacchierona, ci fornisce anche delle utili informazioni per proseguire il nostro viaggio.
Su sua indicazione ci rechiamo alla vicina spiaggia di Reynisfjara, dove possiamo entrare nella spettacolare grotta di basalto e godere della vista dell'oceano inquieto. Restiamo lì qualche minuto, in silenzio, solo ad ascoltare il rumore del mare.
Purtroppo la giornata è piena e possiamo fermarci proprio poco. Prossima tappa la zona di Klaustur (nome completo Kirkjubaerjarklaustur, decisamente impronunciabile). Qui ingurgitiamo due ottimi hot dog con bacon straunto. Mentre sfrigola sulla piastra, lo affogano addirittura nell'olio di semi. Siamo certi che i nostri colon ce la faranno presto pagare.
Vicino alla stazione di servizio visitiamo il Kirkjugolf (tradotto: pavimento della chiesa) e le cascate sorelle. Non si tratta certamente di un posto imperdibile, ma in questo viaggio abbiamo deciso di non farci scappare nulla. Servirà un po' come una specie di sommario per quando torneremo con più tempo da dedicare a questo meraviglioso Paese.
A questo punto ci si propone un bivio: proseguire avanti o tornare leggermente indietro alla ricerca di un canyon di cui la guida parla veramente molto bene? Ovviamente vince la seconda scelta! Ci spingiamo fin dove possiamo con l'auto e percorriamo l'ultima ora su brutte strade sterrate a piedi. All'arrivo incontriamo ancora i nostri amici di Modena con cui ci intratteniamo ancora un po'. Ci raccontano che dei ragazzi di ignota nazionalità sono arrivati spavaldi sul loro 4x4, ma che a causa di un veicolo proveniente

dall'altra direzione si sono spinti troppo al limite della carreggiata finendo in quel solco profondo mezzo metro che corre proprio a fianco di molte strade in Islanda. Risultato: semiasse rotto, uscita di polizia e carro attrezzi, con vacanza sicuramente rovinata. Siamo sempre più convinti della nostra scelta di non utilizzare l'auto a noleggio sulle piste più difficili.
Camminiamo sul bordo del canyon Fjadrargljufur fino a farci venire le vertigini. Sotto il fiume scorre placido, mentre piccole famigliole di pecorelle brucano placide la tenera e verde erbetta delle pareti. Un luogo veramente magico, uno dei più belli di tutto il viaggio.
A questo punto non ci resta che rimetterci in marcia attraverso infiniti campi di lava (puntellati dagli immancabili ometti di pietra) fino al centro visitatori di Skaftafell. Lo raggiungiamo in serata, quando già inizia a fare freddo. Siamo in montagna e la cosa ci preoccupa un po'. Qui paghiamo il campeggio e per un colpo di fortuna otteniamo gratis la card per fare il bucato. Il posto è

strapieno di gente e c'è solo una lavasciuga a disposizione (!), quindi rimandiamo all'indomani ogni attività di lavanderia.
Dopo una cena ottima e abbondante innaffiata con la prima birra Viking (niente male) siamo pronti per andare a letto. Ci assale un pizzico di malinconia, e pensiamo tanto al nostro piccolo Eric.

Contact:
download from App storedownload from Google play

© 2025 Travel Diaries. All rights reserved.