Forse siamo stati abituati troppo bene in Italia, ma perché le stazioni di servizio qui aprono alle 9.00?! Un'ora di attesa, alla fine entriamo e spendiamo sei euro per due pessimi cappuccini. I peggiori della nostra vita. Ma non tutto il male viene per nuocere: quasi senza speranze chiediamo al proprietario se vende bombole del gas compatibili con il nostro fornelletto. Lui non solo ci risponde di sì, ma si offre anche di comprare da noi quella sbagliata perché non ne ha più in negozio e... udite udite... ci restituisce pure cento corone di differenza. Che colpo di fortuna incredibile!
Ringalluzziti per l'ottimo affare, ci rimettiamo in viaggio pieni di ottimismo. Il cielo è il più azzurro che abbiamo mai visto, e non c'è una sola nuvola. La giornata si preannuncia memorabile. Arrivati alla cattedrale di Skalholt facciamo però una terribile scoperta. Lo zainetto contenente tutti gli oggetti più importanti (medicine salvavita, fotocamera, tablet, guide, ...) è rimasto su una sedia alla stazione di servizio. Torniamo indietro di corsa. Sono solo venti minuti di strada ma sembrano non finire mai. Barbara corre dentro e... lo zainetto è esattamente nello stesso posto in cui l'avevamo lasciato! Concludiamo questa brutta avventura con una risata liberatoria e fantastichiamo su cosa sarebbe successo in un nostro Autogrill. Chi può dirlo?!
Per l'ennesima volta rifacciamo la stessa strada fino alla cattedrale, che si rivela non essere nulla di speciale. L'attrazione del giorno è la Thjorsardalur, la valle del fiume Thjorsa. La risaliamo fino all'inizio della strada sterrata, dove non possiamo più circolare. Parcheggiamo e iniziamo la faticosa salita controvento verso la fattoria vichinga Stong. La raggiungiamo fradici dopo quasi due ore di camminata in un vero e proprio deserto. Ogni macchina che passa solleva una tempesta di polvere che ci finisce in bocca e negli occhi, ma nonostante tutto è valsa la pena di aver sudato così tanto perché questa è l'unica fattoria storica conservata fino ai nostri tempi. Dentro riusciamo davvero a vedere dovei primi colonizzatori dell'isola dormivano, cucinavano, si riscaldavano e... ehm... facevano i propri bisogni. E' uno dei rarissimi posti in Islanda dove si respira aria di storia e siamo molto felici di essere riusciti a visitarlo.
Le sorprese non sono ancora finite perché a poca distanza, seguendo un piacevole sentiero ombreggiato, arriviamo in una piccola valle dall'aspetto misterioso: Gjain. La prima ad accoglierci è una cascata incorniciata da colonne di basalto, che si tuffa in un lago dall'acqua trasparente. Proseguiamo e incontriamo il vero spettacolo. Un tripudio di cascate, cascatine e cascatelle che scendono da ogni roccia, che inzuppano il muschio, che si riversano nel fiume praticamente a trecentosessanta gradi. Il tutto
aleripe
15 chapters
16 Apr 2020
July 30, 2014
|
Arnes
Forse siamo stati abituati troppo bene in Italia, ma perché le stazioni di servizio qui aprono alle 9.00?! Un'ora di attesa, alla fine entriamo e spendiamo sei euro per due pessimi cappuccini. I peggiori della nostra vita. Ma non tutto il male viene per nuocere: quasi senza speranze chiediamo al proprietario se vende bombole del gas compatibili con il nostro fornelletto. Lui non solo ci risponde di sì, ma si offre anche di comprare da noi quella sbagliata perché non ne ha più in negozio e... udite udite... ci restituisce pure cento corone di differenza. Che colpo di fortuna incredibile!
Ringalluzziti per l'ottimo affare, ci rimettiamo in viaggio pieni di ottimismo. Il cielo è il più azzurro che abbiamo mai visto, e non c'è una sola nuvola. La giornata si preannuncia memorabile. Arrivati alla cattedrale di Skalholt facciamo però una terribile scoperta. Lo zainetto contenente tutti gli oggetti più importanti (medicine salvavita, fotocamera, tablet, guide, ...) è rimasto su una sedia alla stazione di servizio. Torniamo indietro di corsa. Sono solo venti minuti di strada ma sembrano non finire mai. Barbara corre dentro e... lo zainetto è esattamente nello stesso posto in cui l'avevamo lasciato! Concludiamo questa brutta avventura con una risata liberatoria e fantastichiamo su cosa sarebbe successo in un nostro Autogrill. Chi può dirlo?!
Per l'ennesima volta rifacciamo la stessa strada fino alla cattedrale, che si rivela non essere nulla di speciale. L'attrazione del giorno è la Thjorsardalur, la valle del fiume Thjorsa. La risaliamo fino all'inizio della strada sterrata, dove non possiamo più circolare. Parcheggiamo e iniziamo la faticosa salita controvento verso la fattoria vichinga Stong. La raggiungiamo fradici dopo quasi due ore di camminata in un vero e proprio deserto. Ogni macchina che passa solleva una tempesta di polvere che ci finisce in bocca e negli occhi, ma nonostante tutto è valsa la pena di aver sudato così tanto perché questa è l'unica fattoria storica conservata fino ai nostri tempi. Dentro riusciamo davvero a vedere dovei primi colonizzatori dell'isola dormivano, cucinavano, si riscaldavano e... ehm... facevano i propri bisogni. E' uno dei rarissimi posti in Islanda dove si respira aria di storia e siamo molto felici di essere riusciti a visitarlo.
Le sorprese non sono ancora finite perché a poca distanza, seguendo un piacevole sentiero ombreggiato, arriviamo in una piccola valle dall'aspetto misterioso: Gjain. La prima ad accoglierci è una cascata incorniciata da colonne di basalto, che si tuffa in un lago dall'acqua trasparente. Proseguiamo e incontriamo il vero spettacolo. Un tripudio di cascate, cascatine e cascatelle che scendono da ogni roccia, che inzuppano il muschio, che si riversano nel fiume praticamente a trecentosessanta gradi. Il tutto
contornato da bizzarre e misteriose formazioni rocciose. Un posto molto amato dagli islandesi, ed è facile capire il perché.
Purtroppo a Barbara si è rotto un laccio della scarpa durante la scarpinata (grazie Salomon!). Mancano ancora dieci chilometri a piedi in quell'inferno di sabbia e non ci sembra saggio continuare in quelle condizioni. Decidiamo perciò con tanta amarezza di abbandonare l'idea di recarci fino alla cascata Haifoss. Peccato, sarà per la prossima visita.
Ora ci aspetta tutto il ritorno fino alla macchina, per fortuna in discesa e in favore di vento. Non passano neanche un paio di minuti che una macchina si affianca offrendoci un passaggio senza che avessimo chiesto loro nulla. Grazie mille! Scopriamo che si tratta di una coppia inglese, che abitano vicino a Londra e che sono stati spesso in vacanza in Italia. E' bello chiacchierare con loro di posti come le Dolomiti che, seppure a brevissima distanza da casa nostra,
noi non abbiamo mai visitato... Il tragitto in macchina richiede solo un quarto d'ora scarso. Ricordiamoci la prossima volta di noleggiare un mezzo 4x4.
Salutati i nostri salvatori, ci rimettiamo alla guida verso Arnes. Qui troviamo una perfetta combinazione tra area di servizio, campeggio e piscina geotermica. Così ci rifocilliamo con un ottimo hot dog - ein med ollu, uno con tutto, ovviamente - più patatine prima di parcheggiare il nostro bolide sulla piazzola e correre a tuffarci nell'acqua calda. Il primo impatto con le piscine islandesi è spettacolare. A parte i chiassosi bambini, tutto sembra fatto per rilassare il corpo e la mente. Ci immaginiamo qui dopo una dura giornata di lavoro, e siamo sicuri che sarà una delle cose che ci mancherà di più una volta tornati a casa. Prima di uscire proviamo anche la vasca a quaranta gradi, davvero bollente.
Dopo la doccia il vento aumenta e la temperatura scende vertiginosamente. Ora fa davvero freddo, un freddo polare, e Ale non riesce a smettere di battere i denti. Rimaniamo in macchina a cucinare una zuppa istantanea. Senza neanche avere le forze per riuscire a lavarci i denti piombiamo in un sonno gelido e disturbato.
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